“Preoccupa la cosiddetta sabbia nell’acqua dei rubinetti di molti cittadini del nord di Roma ma preoccupa ancor di più la mancanza di informazioni certe dopo mesi di segnalazioni e allarmi -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Come può il gestore del servizio lasciar soli i cittadini di fronte al problema oppure semplicisticamente dire loro che si tratterebbe di “calcare”, come è avvenuto a Santa Marinella? E anche le prime analisi lasciano spazio a molti dubbi, quando parlano di ‘sedimento tipizzato come carbonato di calcio’ o di materiale ‘sabbioso-terroso’. Nelle prossime ore valuteremo con le associazioni locali di Aranova, Formello, Ostia come sostenere le azioni già da loro intraprese e per tutelare il diritto all’acqua pulita per tutti i cittadini. Tutto ciò è ancor più stupefacente dopo i referendum di qualche mese fa, che hanno evidenziato con grande chiarezza l’attenzione che i cittadini hanno per l’acqua e per i servizi pubblici, chiedendo a ragione che anche la gestione di risorse come queste torni saldamente in mano pubblica.”

Secondo i più recenti dati, di Ecosistema Urbano di Legambiente, anche nell’area romana le reti sono colabrodo e questo potrebbe forse essere connesso alla sabbia nei rubinetti: le perdite di rete si attestano al 27% dell’acqua immessa in rete, ma considerando le perdite per chilometro di rete si arrivano a contare ben 68 metri cubi (fonte blue book e Mediobanca).

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