Legambiente plaude all’affidamento della gestione della SIC-ZSC marino al Parco del Circeo, passo avanti per la tutela integrata della costa, e la creazione della connessione ecologica con l’entroterra.

Ora si sta lavorando alla realizzazione del Parco regionale dei Volsci e dell’Area Marina Protetta del Circeo, fondamentali per la valorizzazione e tutela della natura dell’intera provincia di Latina.

È di questi giorni la notizia della Regione Lazio, con specifica delibera di Giunta regionale, ha affidato all’Ente Parco nazionale del Circeo la gestione di due Siti di Importanza Comunitaria marini (designati anche come Zone Speciali di Conservazione) denominati “Fondali tra Capo Portiere e Lago di Caprolace (foce) ”e“ Fondali tra Capo Circeo e Terracina ”. L’accordo, tra le altre cose, le previsioni sulle misure di conservazione dei due siti, la gestione degli interventi nel tratto di mare, l’assunzione di specifiche istruzioni e le direttive per la migliore gestione delle misure di conservazione deliberata dalla Giunta regionale e l ‘attività di monitoraggio.

Secondo Legambiente si occupa di un importante tassello che va nella direzione auspicata di un miglioramento della gestione, della tutela e della valorizzazione delle aree interessate ma anche di tutto il comprensorio, un patto che si realizzi una reale e fattiva gestione condivisa con le comunità locali. “Ora – spiega Stefano Raimondi, presidente del Circolo Larus Legambiente di Sabaudia – con questa importante novità che salutiamo con favore in quanto uniformemente coerente dal punto di vista gestionale e conservazionistico i vari livelli di tutela che si stratificano nell’area protetta nazionale, si è fatto anche un passo avanti in avanti verso la realizzazione di una vasta ed organizzata Rete Ecologica Locale che coinvolge importanti ambiti della provincia di Latina”.

Ricordiamo infatti che in questi anni Legambiente ha presentato le proprie osservazioni al Piano del Parco Nazionale del Circeo recentemente elaborato, ribadendo in più di un’occasione l’obbligo dell’inserimento del parco nazionale in una strategia di area vasta di cui lo stesso è parte integrata , e che interesserebbe considerare l’agro pontino assieme al litorale e alla catena dei Volsci, di cui si registra però il ritardo nell’assicurazione. Attraverso l’ampliamento e l’accorpamento, nell’area protetta grande dei vari comprensori già sottoposti a tutela con l’area dei Monti Lepini, rilanciamo la nascita del Parco regionale dei Volsci. Proposta, rientrante nel programma elettorale del presidente della Regione Zingaretti, che non ha ancora preso forma e di cui chiediamo un’accelerazione dei tempi.

“Crediamo – dichiara  Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio– che aggregare le aree protette nelle strutture dei Parchi regionali e nazionali già esistenti continui a essere un fattore ampiamente positivo della Regione Lazio e che si continua a guardare a queste reti di natura tutelata, quali buone pratiche di gestione auspicabili come nella Capitale con RomaNatura. Ci sono inoltre tempi maturi per attuare la nostra proposta di una revisione degli attuali confini dello stesso Parco Nazionale del Circeo, promuovendone un opportuno allargamento in territori limitrofi e di grande interesse ambientale e naturalistico come i comprensori poco distanti nell’area di Torre Astura e del poco più interno Bosco di Foglino, un lembo di foresta planiziaria e, dunque, altamente assimilabile alla foresta demaniale del Circeo. Considerando che è dal lontano 1979.

È quindi auspicabile che l’Ente Parco del Circeo apra una discussione sulle nostre proposte, avanzato anche in sede di discussione sul Piano del Parco, che sviluppi sviluppati per creare dei corridoi ecologici di cui la rete idrografica superficiale ei canali di bonifica possono essere considerati elementi connettori per la creazione di una Rete Ecologica della provincia. 
Il nostro auspicio è che il presidente Ricciardi sappia cogliere queste proposte e l’inserzione in una riflessione più complessiva che deve riguardare la necessità di istituire anche l’area marina protetta, che vada a integrare in toto le importanti pratiche di posidonia presenti anche nel tratto nord del litorale quanto a sud, tra San Felice e Terracina comprendendo di fatto proprio i fondali delle due ZSC e l’oggetto dell’affidamento in gestione all’Ente parco. Sulla possibilità di perseguire questo obiettivo, siamo confortati dalle dichiarazioni dell’Ente Parco al contrario.