Ecosistema Scuole di Legambiente: Frosinone la prima città del Lazio per
buone pratiche, male Latina e Rieti. Roma e Viterbo presentano meno della
metà dei dati richiesti “Monitoraggio indispensabile per buone politiche sulle scuole, si investa per”
Frosinone è la prima città del Centro Italia a comparire nella classifica nazionale di Ecosistema Scuole di Legambiente, l’annuale indagine sulla qualità dell’edilizia scolastica. Con un notevole miglioramento si piazza quest’anno all’11° posto su 86. Ancora male Latina che scende al 64° posto e Rieti poco sotto, al 70°. Ancora una volta Roma comunica dati parziali sulla situazione delle scuole nel suo territorio così come Viterbo, su entrambe quindi non abbiamo un quadro completo della situazione e nessuna delle due può essere inserita in graduatoria. Ecco in breve il quadro che emerge dalla ricerca annuale di Legambiente che restituisce una fotografia di quanto gli enti locali
investano su buone politiche di sicurezza e sostenibilità degli edifici scolastici.
Nel Lazio gli edifici scolastici sono più giovani rispetto alla media nazionale e mediamente più giovani di quelli del Centro Italia: sono il 13% quelli costruiti tra il 1991 e il 2012, contro il 9,5% del dato nazionale, e il 55,6% sono stati edificati tra il 1975 e il 1990 (appena 29,2% a livello nazionale).
Estremamente parziale il dato sugli interventi di manutenzione ordinaria richiesti dagli istituti scolastici: a Frosinone il 4,7% degli istituti ha bisogni di interventi urgenti, di Latina sappiamo solo che ce n’è bisogno ma non in che misura perché non dichiarato in quanti edifici; Rieti invece dichiara di non averne.
Gli edifici costruiti secondo criteri antisismici sono appena il 23,7%, un dato molto superiore rispetto alla media nazionale (8,8%) e anche sopra quella del Centro Italia (20,0%), ma comunque molto grave se si considera il dato preso singolarmente, che vede più di 7 edifici su 10 non sicuri in caso di terremoto. Gli edifici su cui è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica, sono il 30% del totale. Ancora nessun edificio nel Lazio è costruito secondo i criteri della bioedilizia, nulla si è mosso in tal senso rispetto allo scorso anno.
Parziali ma buoni, dove forniti, i dati sulle certificazioni degli edifici scolastici: il 98,2% possiede impianti elettrici a norma, il 100% degli edifici possiede il certificato di agibilità e la certificazione igienico sanitaria, ma ancora una volta i dati disponibili sono quelli dei soli comuni di Frosinone e Rieti. Il comune di Frosinone è l’unico in cui tutti gli edifici scolastici hanno il certificato di prevenzione incendi. A Latina i certificati di collaudo statico e di prevenzione incendi sono in fase di rinnovo.
“La carenza dei dati forniti quest’anno dai comuni evidenzia una gravissima assenza di controllo su una situazione la cui gravità è sotto gli occhi di tutti- ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente diLegambiente Lazio-. Per programmare gli interventi necessari alle scuole occorre avere un quadro chiaro della situazione, anche quest’anno dalla Capitale non riusciamo ad avere un quadro complessivo della situazione, e in alcuni casi ci rispondono di non avere proprio i dati, fatto gravissimo se vero, che significherebbe mancanza di monitoraggio e impossibilità di pianificazione. Non possiamo occuparci delle scuole solo in occasione dell’ennesimo crollo, l’ennesima emergenza.”
Più ombre che luci rispetto ai servizi messi a disposizione delle scuole e alle buone pratiche. Sotto la media nazionale i dati relativi al servizio di scuolabus (21,9%) e pedibus (4,7%), scarsa l’attenzione rispetto alla sicurezza delle aree antistanti le scuole: solo il 22,8% degli edifici sono provvisti di attraversamenti pedonali, il 14% di aree di sosta per le auto, il 6% vede la presenza di nonni vigili, solo nello 0,9% dei casi sono presenti semafori pedonali, nessun edificio ha piste piste ciclabili nelle aree antistanti. Frosinone la prima città laziale presente nella classifica delle buone pratiche, al 33° posto su 86. Latina e Rieti in posizione 77 e 81.
Buono il dato sulla media di prodotti biologici nei pasti delle mense (67,5%), ma ancora più della metà delle mense utilizzano piatti in plastica/carta (54,4%). Raccolta differenziata con dati contrastanti a seconda dei materiali considerati: a fronte di plastica e carta rispettivamente raccolte nell’80,9% e 85,1% degli edifici scolastici, abbiamo il vetro fermo al 3,2%, l’alluminio e l’organico al 4,3%, le pile al 5,3%, i toner e le cartucce al 9,6%.
Sono il 14%, dato di poco sopra la media, gli edifici con impianti di energia rinnovabile. Il solare fotovoltaico l’unica fonte utilizzata. Carenti il monitoraggio dell’amianto, realizzato nel 66,7% degli edifici, ma soprattutto del radon, non effettuato. Destano qualche dubbio i dati sull’esposizione degli edifici scolastici a fonti d’inquinamento ambientale esterno che i Comuni dichiarano essere pari o prossimi allo 0%, soprattutto nel momento in cui non vengono effettuati monitoraggi.