Acqua, Legambiente: stop alla vendita in Consiglio comunale, consiglieri maggioranza mandino “certificato medico”.
Legambiente: faremo campagna con nomi e cognomi dei consiglieri comunali che voteranno sì alla vendita dell’acqua e dei servizi pubblici e avvieremo con movimenti iniziative per la ripubblicizzazione.
Domani l’Assemblea capitolina tornerà a riunirsi per discutere della vendita assurda di Acea e nelle prossime giornate, grazie a nuovi colpi di mano sul regolamento, si potrebbe arrivare al voto sulla proposta di delibera.
“Siamo pronti a fare una vera e propria campagna per rendere noto ai romani quali consiglieri comunali voteranno sì alla vendita dell’acqua e dei servizi pubblici, pubblicheremo i nomi e i cognomi sul nostro sito e ovunque sia possibile, faremo banchetti e volantini, si possono pure scordare i voti alle prossime elezioni di quel milione e duecento ventisettemila romani che hanno detto sì ai referendum pochi mesi fa -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Non si può sempre scherzare, invocare necessità superiori della maggioranza, scelte del gruppo più che del singolo. Il voto nell’assemblea è personale per cui lanciamo un doppio appello ai consiglieri comunali, alle opposizioni per continuare nella battaglia per impedire la vendita dopo il grande sforzo già fatto, ma soprattutto ai consiglieri di maggioranza: chiunque non sia davvero convinto della delibera di vendita mandi ad Alemanno un bel certificato medico.”
Legambiente è infuriata. Tra sprezzanti applicazioni del regolamento del Consiglio comunale, menzogne e strani accordi la maggioranza capitolina sta tentando di fare carta straccia del voto dei romani ai referendum. Per la gestione pubblica dell’acqua, dei trasporti e dei rifiuti, nella Capitale hanno votato, al quesito referendario per abrogare l’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali, ben 1.288.034, il 60,56% del totale degli elettori di 2.127.008, e di questi ben 1.227.089 hanno espresso il voto favorevole, indicando la via delle gestioni pubbliche come quelle da perseguire, ossia il 96,12%. I numeri crescono ancora considerando il quesito sull’abolizione della remunerazione del capitale investito nella tariffa del servizio idrico integrato, dove i sì sono stati ben 1.238.325, ossia il 96,72% dei votanti 1.288.881 (60,6% del totale degli elettori).
“E’ davvero uno scandalo che il Sindaco e parte della sua maggioranza insistano per decidere una assurda cessione ai privati contro la volontà dei cittadini -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Dopo parentopoli, la mala gestione dei rifiuti, la svendita del territorio Alemanno avrebbe dovuto farsi forte della volontà del 60% dei romani contro i poteri forti, ma invece sta cedendo a quello che evidentemente gli chiedono i privati, visto che non c’è nessun obbligo di legge in tal senso, e se non ce la fa, richiamandosi al suo grande senso di responsabilità, si faccia da parte. E speriamo che adesso la risposta del Sindaco non sia che pure questo è un nostro scherzo, magari siccome la Goletta Verde non si occupa di acqua potabile. Se dovesse passare questa scellerata delibera, oltre a tutte le vie legali che valuteremo, partiremo subito con i movimenti per una campagna per la ripubblicizzazione dell’intera società, obbligando anche da subito Acea a eliminare i profitti dalla tariffa.”