Acea, Legambiente: Alemanno basta danni a società dell’acqua dei romani.
“Basta danni alla società dell’acqua dei romani, Alemanno ritiri la delibera per la vendita di Acea per ristabilire certezze sul futuro dell’azienda -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Essendo Acea quotata in borsa, il titolo continua a perdere valore ogni giorno, i cittadini non possono permettersi questo crollo, specialmente dopo i referendum che hanno chiarito come i servizi pubblici locali vadano gestiti dal pubblico e quindi per Acea debba essere avviato un percorso di ripubblicizzazione.”
Il titolo Acea è andato calando per tutto il 2011, chiudendo l’anno con un prezzo di riferimento pari a 4,888 euro (capitalizzazione: 1.041,0 milioni di euro), in flessione del 41,97% rispetto alla fine dell’anno precedente (fonte Bilancio consolidato Acea 2011). E all’ultima lettura di oggi il valore di riferimento è sceso ancora fino a 4,37 euro (teleborsa). E c’é chi continua a fare affari: nel solo mese di giugno Francesco Gaetano Caltagirone – che aveva una partecipazione del 16,34% nella utility controllata dal Comune di Roma – ha acquistato altre 103mila azioni Acea, una tranche pari allo 0,04% del capitale della società.
Intanto si è abbassata sull’Acea la scure di Moody’s: la società di rating americana ha declassato il rating di lungo termine della municipalizzata romana da “Baa1” a “Baa2”, mantenendolo “sotto osservazione”; una decisione presa anche come conseguenza delle revisione al ribasso del rating sul debito sovrano della Repubblica italiana.
“La vendita di Acea è una follia già di suo, ma in questo momento l’idea di vendere quote pubbliche diventa ancora più assurda -conclude Avenali-. Anche chi sostiene che la vendita serve per fare cassa ha perso i suoi argomenti, è ora di smetterla. L’acea va ripubblicizzata.”